"Nessun arabo ama il deserto. Noi amiamo l'acqua e gli alberi pieni di verde”, dice il Principe Feisal nel celebre colossal del 1962 "Lawrence d'Arabia". Questo desiderio ardente di una vegetazione sempre rigogliosa è esattamente il motivo per cui AlUla ha attirato per millenni così tante persone e animali, e per cui è riuscita a scrivere il suo straordinario racconto nei libri di storia.
Grazie alla fortunata presenza geologica di un acquifero - uno strato di roccia sotterranea che trattiene le acque del sottosuolo e solleva il livello della falda acquifera più in superficie - è emersa una zona umida, una rara fonte di acqua nel deserto che ha supportato una ricca biodiversità di piante e animali. Insieme al dono di un suolo fertile, questa preziosa riserva d’acqua ha permesso ad AlUla di prosperare. Ha accolto i viaggiatori creando un luogo in cui fermarsi e riposare, ha dato ai mercanti un territorio in cui commerciare e ha fornito agli agricoltori un ingrediente essenziale tramite cui sviluppare l'agricoltura irrigua. Giunti al XII secolo, la Old Town di AlUla si era ormai affermata come una tappa essenziale lungo la via del pellegrinaggio da Damasco a La Mecca e come luogo di scambio intellettuale. L'acqua era una fonte di vita primaria per AlUla ben prima che la Old Town fosse fondata. Sono state infatti trovate testimonianze che dimostrano che ad AlUla l'agricoltura esisteva già dall'Età del Ferro e, possibilmente, fino dall'Età del Bronzo. È proprio questo strato d'acqua che il Regno Nabateo seppe estrarre così abilmente migliaia di anni prima, creando pozzi per sostenere gli abitanti di Hegra e offrendo ai commercianti ristoro e rigenerazione lungo la Via dell'Incenso.
Ma è stato quando i laboriosi abitanti della Old Town di AlUla hanno fatto dell'oasi la loro seconda casa, costruendo residenze estive sotto le sue imponenti palme, che l’antica città ha cominciato a prosperare rapidamente. Il suo dedalo di strade era pieno di vita, formato da 900 edifici compatti realizzati in mattoni di fango, comprese 500 botteghe e cinque piazze cittadine, che hanno dato origine a una comunità particolarmente coesa. Gli abitanti della Old Town dormivano serenamente, confortati dalla consapevolezza che il loro futuro era al sicuro, grazie a un’oasi che fungeva da linfa vitale nel deserto arido, garantendo approvvigionamento alimentare e attirando, al contempo, pellegrini e commercianti a visitare l’oasi e contribuire all'economia locale.
Benedetti dalla presenza di tale oasi, gli abitanti iniziarono a sfruttare le proprietà vitali delle sue acque attraverso la costruzione di qanat - ingegnosi canali d’irrigazione che trasportavano l’acqua nei campi. Hanno anche introdotto quella che viene chiamata “tantora”: una meridiana ai margini orientali della Old Town che veniva utilizzata sia per segnare il corso delle stagioni che per aiutare gli agricoltori a regolare la distribuzione dell'acqua alle terre coltivate.
Oggi, l’oasi continua ad essere una generosa fonte di vita. Basti pensare agli oltre 200.000 alberi di agrumi – nutriti dalle acque dell’oasi – che sono cresciuti e maturati nel corso dei secoli, offrendo frutti deliziosi. E non solo.
Avventuratevi tra i due milioni di palme da dattero che, grazie all’oasi, alla fine di ogni estate forniscono abbondanti raccolti di oltre 90.000 tonnellate di datteri dolci e carnosi.
Per approfondire ulteriormente il ruolo dell’oasi come fonte di vita per AlUla, incamminatevi lungo l’immersivo Heritage Oasis Trail, una piacevole passeggiata di 3km all’ombra delle palme da dattero, costellata di resti di antichi insediamenti.
Guidati da uno dei sapienti Rawi di AlUla, potrete capire perché il Principe Feisal credeva che gli arabi avessero un così grande amore per l’acqua e il verde.